Nuove foto aggiunte

… Chi mi fece dunque
così cieca? Se non è per me, che sia per te! …

Io non so se la tua faccia sa ripetere una
tua crepa interna o se i miei sensi meglio sanno
di questa mia virile testa che è vero, o se è
falso colui che è bello, bello perché simile.
O bello perché buono? Io cerco e cerco, tu corri
e corri. E io corro! e tu ridi alle folle spaventate!
Non so quale grandezza ci fu preparata: Iddio
non perdona chi porta a fior di labbra soltanto
il suo difficile nome, il suo dono di sangue,
la sua gialla foresta. Spianai un terreno
per riceverlo, ma scappai prima che i tamburi suonassero.
E così saprai chi sono: la stupida ape che ronza
per un punto fermo, cercando Lui, quella giungla
di alberi di ferro battuto.

… Se ti vendo
il leggero gioco della mia inferma mente tra
le due tende degli impossibili cerchi che si
sono tesi tra le nostre anime, nell’aria, che
palpita tra la tua rivolta e la mia, che spinge
e geme fuori del portone, nel solaio aperto alla
più profonda tristezza che mi univa ai tuoi sogni
ricorda le parole scritte su le mura delle più
grandi fortezze degli Egiziani! Io sono una che
sperimenta con la vita e non può lasciare nessun
rivale toccargli il cuore, le membra insaziabili.
Io sono una che lascia volentieri la gloria agli
altri ma si rammarica d’esser trattenuta dagli
infelici nodi della sua gola.
…e che Iddio permetta
la mia presuntuosa discordanza con le guide del
cielo perlato. Ricorda ch’io fui tra i più stanchi
fra i cavalieri delle nostre pecche. Ricorda
che tutti noi fummo nati per presentare tutte
le stanchezze. Ricorda questa mia vita attaccata
all’ignoto sorseggiare delle tue pupille…

Io non so se tra il sorriso delle verde estate
e la tua verde differenza via sia una differenza
io non so se io rimo per incanto o per travagliata
pena. Io non so se rimo interamente
per te. Troppo sole ha imbevuto il mare nella
sua prigionia tranquilla, dove il fiorame
del mare non vuole mettere mano ai bassifondi affondati.
L’alba si muove a grigiori lontana. Io non so
se tra le tue pallide rocce io incontravo lo sguardo,
io non so se tra le monotone grida incontravo
il tuo sguardo, io non so se tra la montagna
e il mare, esiste pure un fiume. Io non so se
tra la costa e il deserto rinviene un fiume accostato,
io non so se tra la bruna tu t’accosti. Io non
so se tu cadi o tu tremi, tu non sai se io piango
o dispero. Disperare, disperare, disperare, è
tutto un fabbricare. Tu non sai se io piango
o dispero, tu non sai se io rido o dispero. Io
non so se tra le pallide rocce il tuo sorriso. [...]

Da "La libellula" , Amelia Rosselli

Fotografia: Franco Fontana

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