Nuove foto aggiunte

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«Genova, città di gatti. Angoli neri.
Si assiste alla sua perpetua costruzione dal XIII secolo al XX. Città tutta visibile, presente a se stessa; familiare con la sua marina, la sua roccia, la sua ardesia, i suoi mattoni, il suo marmo; in perpetuo lavoro contro la sua montagna. Americana dal tempo di Colombo.
Gingilli rosa, piccoli denti chiari, casette abitate. Pendenza di 45°, coni e ombre.
Dietro, il monte Fasce, grigio e rosa, colore dell’elefante. Carruggi. Qui, moltitudini di bambini giocano…
Si cammina nella vita brulicante di questi profondi sentieri come si entrerebbe in un mare, nel fondo nero di un oceano stranamente popolato.
Sensazione da racconti arabi. Odori concentrati, odori ghiacciati, droghe, formaggi, caffè abbrustolito, delizioso cacao finemente bruciato dalla fragranza amara… Passanti rapidi sui marmi tagliati con le forbici. Verso l’alto i vicoli si arrampicano, si ornano di nastri, di mattoni, di ciottoli. Cipressi, minuscole le chiese, frati. Cucina odorosa. Le torte gigantesche, farine di ceci, sardine all’olio, uova dure in pasta, torte di spinaci, fritture. Una cucina antichissima. È una cava d’ardesia, Genova».
Paul Valery (tratto da "Au Hasard et au Crayon", 1925)
Foto di Roberto Bordieri photography

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